ASSUNTA PEZZANERA
In una vecchia foto, pubblicata di recente da
Vincenzo Grieco sul Gruppo Facebook “gli SCUGNIZZ di NCOPP ‘A TERRA”, notiamo
un Rione Terra vivace e animato.
Nella immagine, in fondo, si vedono delle "spaselle", con frutta e verdura, che in pratica costituivano il negozio di Assuntina “Pezzanera”. Questo
“puosto” si trovava nello strategico e trafficato incrocio tra via Luigi de
Fraja Frangipane, via Crocevia e piazzetta San Liborio.
Carmela riconosce invece sua madre Elena Conte, in
secondo piano, immortalata nel suo tipico atteggiamento con una mano appoggiata
su di un fianco.
Elena, detta “Ninuccia”, era figlia di Gennaro
Conte, detto “Pezzec”, e di Maria Pollio anch’essa presente in foto, tra la
figlia Elena e le tre ragazze in primo piano.
Questa tre spiritose signorinelle sono, da
sinistra:
- Luisa Lucignano che
abitava nel basso a destra; quello che si sta intonacando.
- Concetta Conte, detta “Tittinella”,
sorella più giovane di Elena Conte; quindi zia di Carmela.
- Maria Vallozzi, cugina di
Carmela, e vicina di casa.
Le tre ragazze, già compagne di gioco ed ora complici
dei primi confidenziali segreti, si mostrano al fotografo masticando un frutto di biblica memoria; in voluttuoso e brillante atteggiamento.
Il bambino, anch’esso in espressione scherzosa, è
il fratello di Carmela Mirata; o forse un suo cugino cui molto assomiglia.
Il muratore è Vincenzo Grieco, detto “’o re
dell’intonaco”; colui che postando la foto ci ha catapultato in un mondo che anche noi stavamo sgombrando dalle radici e dai ricordi.
Vincenzo è ripreso proprio nel rifacimento
dell’intonaco all’esterno di casa Lucignano, dove abitavano sia Luisa che il
fratello Giovanni.
Nell’allegata piantina una freccia individua il
crocicchio dove la scena si svolse; incrocio di vie e di vite, di storie e di
leggende.
La notte della “Vigilia di Natale” su al Rione s’accendevano vari “cippi” il più famoso dei quali ardeva a Piazzetta Crocevia, nei pressi del principale ingresso del Duomo.
Il ricordo di questo “cippo” ci è stato tramandato
da uno struggente racconto del professore Raffaele Giamminelli e immortalato in
un’opera del maestro Antonio Isabettini.
Ma vecchi racconti popolari ci parlano di altri
falò che, seppure limitati nella portata e nei partecipanti, egualmente
assolvevano alla funzione di aggregazione tra i residenti di vicini e affollati
“bassi”.
Prossimo casa sua, al crocicchio muto
testimone della descritta scenografia, ogni “Vigilia di Natale” Assunta
“Pezzanera” accendeva il suo “Cippo”.
Tra ottobre e novembre il nipote Salvatore andava
con il carrettino, trainato dal suo ciuccio, nella selva oltre via Vecchia Vigna dove
raccoglieva i resti di uno stagionato ceppo.
Affinché asciugasse, perdendo l’umidità del bosco,
lo deponeva “abbasc ‘u quartiere”, nelle vicinanze dello stretto crocicchio. Angelo
Mirelli ricorda che per qualche mese l’adagiato "cippo" diventava, per loro bambini, un fantasioso
destriero da cavalcare.
Poi la notte di Natale il “cippo” era trasferito vicino
casa di Assunta che lo accendeva lasciandolo ardere per tutta la Notte Santa.
Le fiamme del grande fuoco, alimentate da ulteriore legname, si spingevano in alto e sembrava che andassero a
toccare le stelle. Tutto questo tra la gioia di anziani infreddoliti e di scugnizzi eccitati
dal magico evento; molti lo vegliavano fino alle prime luci dell'alba.
Anche questo era il Natale al Rione Terra, una festa condivisa e
partecipata da tutti coloro che, nel chiuso dei loro angusti bassi, non
avrebbero avuto la possibilità di stare insieme, per
giocare, raccontare e sognare…
GIUSEPPE PELUSO - DICEMBRE 2021
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